Da qualche settimana sto seguendo su vari siti americani, come AnandTech, le recensioni di dischi SSD. Gli ultimi periodi, come potrete immaginare, sono stati abbastanza frenetici, in particolare dovuti al rilascio da parte di Intel della seconda generazione dei suoi dischi con nand flash a 34 nm.
Ho trovato interessante in particolare questa pagina: vengono messi a confronto alcuni dei più diffusi dischi SSD attualmente in commercio, e come ipotetica vittima sacrificale viene preso a paragone il Western Digital Velociraptor, ovvero uno dei migliori dischi classici sata. Una prima cosa mi ha stupito: nel sequential read siamo oramai arrivati alla saturazione del bus SATA II da 300 mb/s. Se ripenso ai dischi scsi-2 e ai “fantascientifici” 15-20 mb/s…
Altra cosa: fintanto che si resta sugli utilizzi sequenziali, i dischi classici tengono botta, ma quando si va sulle attività ad accesso random, beh direi che il terzo grafico parla da solo.
I prezzi stanno calando, anche se non velocemente come io o voi potremmo sperare. Dai test sui nuovi dischi Intel salta fuori che i nuovi modelli sono decisamente appetibili per il mercato dei server, target per il quale sono stati progettati come eredi dei dischi SAS.
Per il mercato consumer o soho questi dischi sono decisamente cari, se non altro in termini assoluti. Mi sono guardato in giro e ho visto i prodotti della OCZ, in particolare le due serie Vertex e Summit. Nell’ottica di prolungare la vita al mio glorioso Mac, ho “quasi” deciso di prendermi un OCZ Summit 120 Gb (398 usd su www.mwave.com), che pare il miglior compromesso tra costi e prestazioni.
Qualcuno l’ha trovato a meno?