Come avrebbe detto il dottor Egon Spengler del film Ghostbusters, “Incrociare i flussi è male” 🙂
Mi capita ogni tanto di discutere con alcuni clienti, che pensano di poter salvare i backup delle loro virtual machine all’interno della stessa SAN dove vengono regolarmente eseguite. Se nel passato l’uso di piattaforme di backup basate unicamente su tape non aveva mai fatto nascere queste “idee”, data la totale differenza di media a supporto dell’archiviazione, con l’avvento delle infrastrutture virtualizzate e dei loro conseguenti backup su disco, qualcuno ha iniziato a fare un pò di confusione… Sicuramente il “tipo” di supporto per la produzione e i backup è il medesimo, ovvero il disco, e questo è a mio avviso l’origine dell’errore di valutazione.
Volevo quindi evidenziare e riassumere i vari motivi per i quali mettere i backup nella SAN è un errore madornale:
– Disponibilità dei dati: sicuramente questo è l’argomento principale, che da solo dovrebbe demolire l’idea originale. Se salviamo i backup nella SAN di cui facciamo i backup, e la SAN stessa diventa indisponibile (crash, rottura, fermo più o meno temporaneo), non avremo più a disposizione non solo i dati di produzione, ma nemmeno i loro backup da cui saremmo eventualmente potuti ripartire. Il concetto è talmente semplice, eppure molte volte l’idea che la SAN sia estremamente affidabile e ridontata in molti suoi componenti la fa diventare una specie di dogma all’interno dell’azienda. Come tutti i componenti hardware e software, anche le SAN si rompono!
– Prestazioni: con tutti i distinguo del caso relativo a modelli, vendor, tipi di disco, tecnologie utilizzare, salvare i backup delle virtual machine sulla stessa SAN da cui preleviamo i dati vuol dire quanto meno raddoppiare l’I/O sugli storage processor. All’I/O necessario per leggere i dati di produzione, si aggiunge anche quello prodotto in scrittura per salvare i backup. E se usiamo tecnologie più complesse (come ad esempio il Reverse Incremental di Veeam) il quantitativo di I/O più ulteriormente incrementare. Ciò comporta in ultima analisi finestre di backup ulteriormente dilatate, e un peggioramento dei valori di RPO durante i backup, e di RTO durante i ripristini.
– Costi: lo storage di produzione di una SAN è tipicamente spazio disco “pregiato”: dischi SAS, FC o ultimamente SSD costano parecchio, e comunque i vari vendor fanno pagare questi dischi molto più del loro valore originale. Sprecare quindi questo spazio pregiato per salvarci i backup è un’azione economicamente svantaggiosa per l’azienda. Anche se quello spazio “avanza” pechè la SAN è stata sovradimensionata… meglio investire in uno storage separato, e meglio ottimizzato per il tipo di I/O che un backup richiede.
In definitiva, date retta a me ed Egon, non incrociate i flussi!