Durante le roundtables di Tech Field Day, realizzate durante l’appena concluso VMworld US 2013, ho incontrato Infinio.
Infinio è una startup fondata circa 2 anni fa con l’idea di offrire sul mercato una soluzione per l’accelerazione di storage, avendo come obiettivo la realizzazione di una soluzione che fosse al tempo stesso efficare, al minor costo possibile e che richiedesse il minor impegno possibile da parte degli amministratori IT per essere installata e operata. Il loro business model è stato disegnato su questo paradigma, e un tale focus mi è sembrato da subito un buon modo di affrontare il mercato:
– un problema che i clienti possiedono -> le prestazioni di un NAS utilizzato per VMware
– una soluzione in grado di risolverlo -> Infinio
– un target ben specifico -> Accelerazione delle sole letture, su storage NFS, su hypervisor VMware
Peter Smith, Director of Product Management, ci ha illustrato come funziona Infinio. In brevissimo, si tratta di una VSA da installare su ogni ESXi da accelerare, che utilizza la RAM presente sui vari hypervisors per accelerare le letture provenienti da uno storage NFS condiviso tra i vari hypervisors. E’ una soluzione unicamente software, e non richiede a differenza di altri prodotti emersi recentemente la presenza di dischi SSD.
Ogni VSA utilizza 8 Gb di ram, riducibili a 4 per ambienti più ridotti. La memoria viene completamente riservata, per evitare ovviamente problemi di contesa delle risorse tra la VSA Infinio e altre VM, oppure interventi del balloon driver. Inoltre, la VSA utilizza 2 vCPU, di cui 1 viene riservata. Anche qui, per garantire un livello minimo di prestazioni. La somma della cache di ogni VSA viene aggregata da Infinio in un’unica cache, condivisa tra gli hosts e deduplicata.
La sequenza di lettura della cache prevede come primo livello il contenuto della VSA locale, in seconda fare la cache delle altre VSA remote, e infine il NAS. Può sembrare strano leggere una cache remota attraverso la rete, ma è sempre un’attività enormemente più veloce rispetto a leggere lo stesso dato dai dischi meccanici di uno storage, specialmente a livello di latenza.
Particolare attenzione è stata posta alla facilità d’uso del prodotto: è possibile scaricare dal loro sito web l’installer, a cui dare le credenziali dell’infrastruttura vSphere. Esso si occuperà di verificare i prerequisiti (risorse RAM e CPU sufficienti, eventuali configurazioni non corrette) e avviare e concludere il deploy delle varie VSA necessarie in qualche minuto. Utilizza automaticamente la rete vMotion, analizzando qualche indirizzamento IP questa possiede e impostando di conseguenza una subnet differente alle varie VSA per poter convivere con le vmkernel ports dei vari ESXi. Come in altri produttori, la scelta della rete di vmotion è comprensibile: non è impattata da altro traffico se non quello di vmotion, e se è stata disegnata rispettando i dettami di VMware, non è routed, quindi non prevede l’attraversamento di apparati di routing che rallenterebbero le comunicazioni. Non è nemmeno richiesta la presenza di una rete 10G, dato che la distribuzione dei contenuti della cache tra le varie VSA avviene in modo asincrono, e in caso di congestione della rete stessa, una VSA inizierà semplicemente ad accelerare le VM locali senza più recuperare il contenuto remoto della cache dalle altre VSA; questo fintanto che la congestione non sarà terminata.
La console di gestione è molto semplice e fornisce le informazioni più importanti: latenza, I/O risparmiato sul NAS retrostante, e molto carino il numero di SSD e HDD che si è potuto evitare di dover comprare utilizzando al loro posto Infinio.
E’ possibile ad oggi testare il prodotto in Public Beta. Quando sarà disponibile ufficialmente, il prezzo già annunciato sarà di 499 USD per vSphere socket. E’ un prezzo decisamente inferiore alle cifre di altri competitor, e sicuramente attrarrà diverse persone. Non fa accelerazione delle scritture, non supporta storage block (previsto in futuro il supporto per FC e iSCSI), ma se la vostra situazione rientra nella casistica coperta da Infinio, può essere sicuramente una soluzione molto efficace ed economica al tempo stesso. Il prodotto è il focus aziendale di Infinio mi hanno ben impressionato: non vogliono fare tutto per tutti, ma da buona startup che sia è appena affacciata sul mercato, hanno scelto una soluzione che sicuramente ha dei limiti (solo NFS, niente accelerazione delle scritture lavorando in RAM) ma che per molti potenziali clienti potrebbero non essere tali.
Infine, vi è anche una ragione di mercato, ben spiegata da Peter Smith durante la sua presentazione: tutte le nuove funzioni come vFlash o VSAN di VMware, sono disponibili nell’ultima release di vSphere che arriverà tra poco, 5.5, e probabilmente con le versioni maggiori del software come la Enteprise Plus. Ma molti clienti non possiedono queste versioni, e inoltre molti di essi non hanno nemmeno ancora aggiornato a vSphere 5.0. Per tutte queste situazioni, un prodotto come Infinio che supporta qualsiasi versione di vSphere da 4.1 in avanti, può essere una soluzione ai loro problemi di prestazioni.
Se vi interessa, ecco il video completo della presentazione:
http://www.youtube.com/watch?v=IgtQ-eTqyDQ
[Questo post è un lavoro originale di Luca Dell’Oca, pubblicato sul blog www.virtualtothecore.com ]