Letta così sembrerebbe che mi sono fumato qualcosa…
Però questo articolo di Mike Laverick mi ha fatto riflettere. Può essere che vmware si sia così tanto concentrata sui sistemi enterprise, ottimizzando ogni singolo bit per dare ai clienti una piattaforma quasi perfetta, ma che questa alla fine risulti di difficile utilizzo per chi vuole salire nel public cloud?
VMware dal punto di vista del cloud computing ha un grandissimo vantaggio: possiede il migliore hypervisor in circolazione, e non di poco rispetto agli altri. Questo vuol dire poter ottimizzare a livelli elevati gli utilizzi dell’hardware, e quindi in definitiva spendere meno soldi in hardware per gestire numerosissime virtual machines.
VMware però ha anche un problema di gestione: fino all’uscita di vcloud director, non possedeva ne una console centralizzata e web base per gli utenti, ne le API necessarie a interfacciarsi con l’infrastruttura. Elementi invece ben presenti su tutte le piattaforme cloud.
Terzo elemento che aggiungo: i costi delle licenze. KVM e Xen (quello open, non la versione citrix) sono opensource ma soprattutto gratuiti. Su installazioni con centinaia o migliaia di server fisici, questo elemento non è secondario. Magari non si ottiene la stessa performance di un hypervisor ESX, ma si può compensare con i risparmi sulle licenze. Lo stesso fatto che su alcune piattaforme vmware abbia introdotto il licenziamento per VM (pay-per-use, vi ricorda nulla?) invece che per Socket la dice lunga sul mercato che vmware vuole andare ad aggredire.
Vedremo nel tempo se vsphere (o i suoi successori, si parla di un 4.5 in attesa di 5.0 l’anno prossimo) penetrerà il mercato del cloud così come ha fatto nel mondo enterprise.