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Fusion-IO: una panoramica

Luca Dell'Oca, April 16, 2012April 10, 2012

Recentemente ho ricevuto da Fusion-IO una scheda IODrive da 640 Gb da poter utilizzare nel mio Home Lab.

Fusion-IO progetta, produce e commercializza una serie di schede basate su chipset NAND e collegabili a sistemi server attraverso il bus PCI-E. Vengono viste dai sistemi supportati (tra cui Windows Server, VMware ESX e alcune distribuzioni linux) come fossero un disco locale.

A differenza di altri sistemi come ad esempio i dischi SSD, queste schede richiedono l’uso di driver appositi per essere riconosciuti dai sistemi operativi ed essere quindi utilizzati. Per contro, le loro prestazioni non sono minimamente avvicinabili dai comuni dischi SSD basati su formati e connessioni standard come SAS o SATA. Oltre all’uso del bus PCI-E infatti, le schede Fusion-IO intercettano tramite i loro drivers le chiamate che il sistema operativo effettua verso il proprio file system e le reindirizza alla scheda, che al suo interno utilizza un file system proprietario e lo espone al sistema operativo in seguito a “viste logiche” se così possiamo chiamarle.

Il tutto si traduce in numeri da capogiro: la scheda che ho in dotazione nominalmente produce fino a 145.000 IOPS (Sequential Write IOPS da 512 Byte) con soprattutto 30 microsecondi di latenza di accesso; questo valore è di 1000 volte inferiore ai millisecondi di una qualsiasi sistema disco. Si tratta di una tecnologia molto vicina alla velocità di una memoria RAM, ma col vantaggio della persistenza dei dati di un normale hard disk.

Come è possibile utilizzare questa scheda? Sicuramente gli ambienti HPC e con Database ad alte prestazioni sono quelli che se ne possono avvantaggiare maggiormente, ma anche i nostri ambienti VMware possono trarne beneficio: la scheda può essere usata come storage locale ad altissime prestazioni, come host cache (specie in ambienti VDI dove ci permette di addensare molte più VM per nodo), ma anche come storage condiviso tramite l’uso di sistema VSA installati sopra queste schede, o tramite l’affascinante tecnologia IOTurbine.

Non è un caso che sistemi di cluster per VMware come Nutanix utilizzino come primo livello dei loro tier di storage le schede Fusion-IO.

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