Chiedo scusa pubblicamente al povero converter: nel post precedente avevo detto che era veramente lentissimo e infatti stavo impiegando più di 4 giorni stimati a spostare una installazione CentOS da 225 Gb. Poi il dubbio atavico mi prende: ma non è che c’è qualche problema con le partizioni linux? Va bene il ridimensionamento da 500 a 250 gb del disco, va bene che la macchina sorgente è un celeron con dischi sata, ma 300 kb/s erano veramente pochini… “Fortunatamente”, domenica notte per qualche motivo il processo di conversione va in errore (credo dovuto al fatto che stavo svuotando i cestini delle caselle di posta mentre ci passava dentro il converter). Ricontrollo lo spazio usato, siamo stavolta a 194 gb, ho recuperato se non altro 30 gb di spazio. Ri-avvio nuovamente la conversione, e questa volta la velocità si mantiene costante sugli 8-9 mb/s e in 14 ore il processo si conclude.
Il sistema CentOS si è riavviato senza fare una piega, ho notato che il converter ha anche editato grub per fargli vedere le nuove partizioni, veramente notevole!!! Ho solo dovuto litigare con kudzu che vedendo le due nuove schede di rete virtualizzate non ne voleva sapere di passare su queste le vecchie configurazioni, l’ho disabilitato e riconfigurato a mano le schede.
Alcune considerazioni post-intervento:
– se avete in mente di utilizzare CentOS / RedHat come server di posta col formato maildir (ovvero un singolo file per ogni mail) evitate il partizionamento di default con ext3 e usate piuttosto ReiserFS. Questo era un vecchio sistema che avevo realizzato in questo modo e durante la conversione l’ho pagata, Reiser è molto ma molto più performante in presenza di tantissimi file piccoli. Non correrete problemi in ogni caso dato che sia ext3 che reiser sono supportate dal converter.
– non abbiate timori a usare il converter con sistemi linux, funziona in modo ottimo!
– verificate di non avere singole cartelle contenenti quantità spropositate di file come nel mio caso, dato che in questi situazioni la gestione degli inode di ext3 degrada pauraosamente inficiando la velocità di conversione
Ciao Luca,
ad un post sul P2V Linux non potevo perdermelo. Ho provato ad convertire una macchina Ubu ntu Server 8.06 ed tutto è andato alla grande 😀 Volevo contribuire al post ricordando di impostare il controller LSI sulla VM Helper(è la macchina virtuale di destinazione della conversione) e di configurare IP, Subnet e Gateway di quest’ultima a menochè non si disponga di un server DHCP, altrimenti la conversione non va a buon fine!
Esatto. Ho notato nelle schermate che il converter propone il controller LSI e scrive a chiare lettere di “non” mettere il bus logic. Io ho configurato l’helper con indirizzamento manuale a prescindere anche avendo a disposizione un dhcp, in modo da non avere problemi con parametri magari non corretti. Inoltre, sappiate che se avevate un sistema basato su LVM, questo verrà rimosso e sostituito da N dischi tanti quanti sono i mount point presenti. Nel caso classico di una RedHat/CentOS quindi avremo due dischi, uno per /boot e uno per /.
Ultima considerazione: il P2V linux è disponibile solo per la versione standalone, quindi per chi avesse il converter enterprise installato, sarà necessario installare separatamente anche lo standalone.
Grazie mille per l’integrazione 🙂
Azz! Scusate l’italiano 😛
Ragazzi io ho provato con una OpenSuse 10, la macchina la crea sull’infrastruttura ma è senza dischi, non li vede più, senza schede di rete e anche la tastiera torna ad essere l’originale inglese. Avete qualche idea?
Ciao Stefano, non ho mai migrato una suse, ma non penso proprio sia dissimile da una centos o redhat su cui ho lavorato. Il partizionamento dei dischi originale era il classico LVM + dischi autoconfigurati? Se ci dai altri dettagli possiamo provare a risolvere il tuo problema.