Ieri Nutanix ha annunciato due nuove famiglie di modelli, che vanno ad aggiungersi al catalogo esistente. Le due serie, denominate NX-1000 e NX-6000, vanno a posizionarsi agli estremi opposti del loro catalogo, come anche i nomi lasciano intendere.
NX-1000
Il primo modello, NX-1000, differisce dalla serie principale 3000 per la mancanza della scheda Fusion-IO on board, per la minor quantità di RAM che è possibile installare a bordo (128 Gb massimi contro 256), e l’uso di processori Sandy Bridge E5-2620 a 6 core invece dei 2660 a 8 core. Tutte queste modifiche sono state volte a una significativa riduzione di prezzo, tanto che il singolo nodo (ricordo che in un cluster Nutanix sono necessari almeno 3 nodi) ha un prezzo di listino di 22500 USD. E’ possibile quindi creare un cluster iniziale con 67500 USD, o anche meno contando i classici sconti e promozioni.
I casi d’uso principali di questo modelli sono ovviamente tutti quelli in cui non è necessaria tutta la potenza dei modelli superiori, ma l’obiettivo di ridurre i costi è primario. Nutanix cita esempi come gli uffici remoti, negozi, dove su un unico cluster è possibile caricare sia i principali servizi di rete, sia una serie di virtual desktop per gli utenti. Aggiungo io, è una soluzione perfetta anche per situazioni come i management cluster di ambienti vCloud, dedicando alla VM produttive i modelli superiori. Con la dotazione storage a bordo, un cluster a 3 nodi può ospitare nativamente fino a 6.6 Tb di dati, ulteriormente incrementabili grazie alla compressione che è possibile applicare. Il costo per GB di una soluzione di questo tipo è quindi nominalmente di circa 10 USD per GB, ulteriormente riducibili appunto con la compressione.
NX-6000
Il secondo modello, denominato NX-6000, è invece dedicato a situazioni in cui lo storage deve crescere più velocemente della componente di calcolo. Uno degli appunti che da sempre veniva fatto a Nutanix, con i loro modelli precedenti, era il limite di storage locale per singolo nodo. Ogni singolo nodo della serie 3000 è infatti in grado di ospitare localmente fino a 5Tb di dati. Se una singola VM richiede più spazio, questo viene allocato utilizzando altri nodi, e poi letto remotamente. A livello tecnico la cosa è perfettamente funzionante, ma la differenza di velocità nell’accesso ai dati tra quelli locali e quelli remoti poteva inficiare le prestazioni. La serie 6000 invece introduce una interessantissima novità: nello stesso chassis da 2U, vengono adesso inseriti due nodi soltanto e non più 4. I dischi, come è possibile vedere da questo fotogramma del video di presentazione, sono adesso da 3.5″ e permettono quindi di usare unità da 4 TB cadauna. Con 4 dischi per nodo (più altri due slot che accolgono due dischi SSD per le attività di Tiering), ognuno di essi ha quindi a disposizione più di 17 TB di spazio utilizzabile.
Ad un costo di listino di 60000 USD per nodo, un cluster minimo di 3 nodi costa 180.000 USD, e garantisce uno spazio disco minimo di 25 TB, che può arrivare fino a penso circa 100 TB (dato che secondo alcune stime di Nutanix sfruttando la compressione due nodi arrivano a circa 70). Il costo per GB può quindi scendere fino a 1.8 USD per GB. Un costo al quale anche servizi come DRaaS iniziano a diventare potenziali casi d’uso.
Alcune note
Innanzitutto, mi piace l’idea che Nutanix non si sia fermata a un concetto monolitico del “one size fits all”, ma anzi stia sviluppando una catalogo con differenti modelli dedicati ad esigenze specifiche. Questo rassicura i clienti che chiedevano modelli meno prestazionali a costi inferiori, o la necessità di incrementare lo storage per singolo nodo senza dover per forza aggiungere altri nodi al cluster.
Secondo, l’aver mantenuto lo chassis esterno da 2U conferma la sensazione di “building block” che ogni unità offre quando viene installata, anche se ovviamente un cluster a 3 nodi di modelli 6000 occuperà 4U e non più 2 soltanto.
Terzo, la parte software immagino sia rimasta immutata anche sui nuovi modelli, ed è comune a tutta la linea di prodotti. Questo vuol dire che è possibile mischiare differenti modelli all’interno della stessa infrastruttura, dedicandoli ai differenti servizi che si vogliono erogare.
Mi immagino ad esempio un infrastruttura vCloud dove il management cluster può essere realizzato con 3 nodi NX1000, e i restanti server con svariati NX3000. Oppure ambienti VDI dove abbiamo differenti gruppi di virtual desktop, alcuni più leggeri da eseguire e altri dedicati ad attività più intense. Oppure ancora, i modelli NX6000 usati per fare da Disaster Recovery di un cluster produttivo basato su NX3000. E potremmo proseguire per molto tempo disegnando altri scenari.
Ulteriori sviluppi
Mi aspetto sicuramente ulteriori modelli in uscita, per una serie di motivi (sono tutte mie deduzioni, non ho ulteriori informazioni se non quelle pubblicamente disponibili e su cui ho fatto i miei ragionamenti):
– Nutanix ha deciso di fare le cose in grande quest’anno al VMworld, hanno lanciato adesso questi modelli quindi avranno sicuramente almeno un ulteriore modello da presentare in occasione dell’evento
– nel disegno qui a fianco, presentano il modello 6000 come sbilanciato verso la componente Storage della loro soluzione. Possiamo immaginare quindi di contro un modello dove lo slider è più verso la parte Compute, e quindi con maggiore potenza di calcolo per singolo nodo? Magari un 4 Socket con meno spazio disco…
– Nel loro catalogo, abbiamo adesso le serie 1000, 2000, 3000 e 6000. C’è un buco da riempire alle voci 4000 e 5000, non trovate? 🙂